sospeso nel vento /suspended in the wind/

«Aspettare è ancora un’occupazione. È non aspettar niente che è terribile», Cesare Pavese, Il mestiere di vivere. «Waiting is still an occupation. It is having nothing to wait for that is terrible», Cesare Pavese, This Business of Living.
Casorati_attesa
L’attesa, Felice Casorati, 1918
– È bella come Afrodite! – ecco una frase che la dea proprio non sopportava. Da qui cominciò la tragedia di Mirra, che si concluse solo quando, mutata in albero, dalla corteccia partorì un bambino. Adone divenne un bellissimo giovane. Afrodite decise di tenerlo solo per sé, e pensò bene di nasconderlo nell’Ade frattanto che svolgeva i suoi doveri di dea. Ma, appena notò Adone, anche Persefone se ne invaghì e cominciò ad avanzare varie pretese di comproprietà. Si sottopose la questione al giudizio degli dei. Fu deciso che Adone avrebbe dovuto trascorrere un terzo dell’anno con Afrodite, un terzo con Persefone e un terzo per conto suo. Per Afrodite non fu un problema persuadere il giovane a restare con lei più del dovuto. Fino al giorno in cui, durante una battuta di caccia, un cinghiale lo colpì a morte trascinandolo per sempre lontano da lei. Dal suo sangue la dea fece nascere uno splendido fiore che le ricordasse per sempre quanto era stata felice.

Ma dura poco: mal piantato e fragile
perché troppo sottile e troppo lieve,
quel fiore deve al vento il proprio nome,
e proprio il vento ne disperde i petali.

Ovidio, Metamorfosi, Libro X, vv. 731-739 (traduzione di M. Scaffidi Abbate)

– She’s as beautiful as Aphrodite! – a sentence the goddess quite didn’t like. So began Myrrh’s tragedy, and didn’t end until she turned into a tree and gave birth to a baby. Adonis became a handosome boy. Aphrodite decided to keep him and hide him in the Hades while she did her goddess duties. As she noticed Adonis, even Persephone fell in love with him and pretend to insisted on him. The gods discussed the problem and then decided: Adonis had to spend a third of a year with Aphrodite, a third with Persephone and a third alone. Aphrodite easily persuaded the boy to spend with her more time than that.Unfortunatelly one day, while he was hunting, a boar killed him dragging him away from her. From his blood the goddess created a beautiful flower which always to remind of her lost happiness.

So sudden fades the sweet Anemonè.
The feeble stems, to stormy blasts a prey,
Their sickly beauties droop, and pine away.
The winds forbid the flowers to flourish long,
Which owe to winds their names in Grecian song.

Ovid, Metamorphoses, Book 10, vv. 730-739 (translated by S. Garth and J. Dryden)

windflowers race hand

Corteggiata sia da Borea, gelido e sgradevole, che da Zefiro, delicato e gentile, la ninfa Anemone non ebbe dubbi su chi scegliere dei due.Ma Zefiro era amato anche da Clori, la dea dei fiori, che tolse di mezzo la rivale trasformandola in un fiore: un fiore che sboccia prima del tempo subendo la violenza del vento invernale e che, all’arrivo del vento primaverile, ha già perso i suoi petali e la sua bellezza – un fiore che si consuma nell’attesa di chi ama.anemone Courted by the cool and unpleasant Boreas and the gentle and kind Zephyr, nymph Anemone didn’t have a doubt on which of them was better for her. But Cloris, goddes of flowers, loved Zephyr too, and so she turned her rival into a flower: a flower that blossoms early, suffering the winter wind and losing his petals and beauty as spring comes by – a flower that pines away waiting for her lover.   windflower

 

febbraio – note

Qui di seguito l’apparato critico di curiosità e spunti che potrebbe essere utile a chi decida di seguirmi nell’esplorazione della collina in questo mese (neve permettendo).

1) Febbraio, così come gennaio, nasce per volontà di Numa Pompilio, uno dei fantomatici sette re di Roma. Il nome deriverebbe dal verbo februare, letteralmente ‘purificare’, poiché questo mese, cupo e freddo nonché coincidente con la fine dell’anno (che per gli antichi romani cominciava a marzo), era dedicato, oltre che ai defunti (21 febbraio, Feralia), ad alcune divinità legate alla morte, l’etrusco Februus, poi Febris, numen malefico associato alla malaria, e Fauno Luperco, che proteggeva dai lupi (15 febbraio, Lupercalia) – con l’avvento e la diffusione della religione cristiana questi culti vengono sostituiti con altre cerimonie in cui si conserva la finalità di purificazione: la Candelora (2 febbraio) e la festa di Santa Febronia (14 febbraio, poi rimandata a giugno e sostituita con il più solare San Valentino).

Pare che ai tempi di re Numa febbraio avesse 29 giorni. Augusto stabilì di abbreviarlo di un altro giorno per allungare agosto: non voleva che il suo mese fosse più breve di luglio, dedicato a Cesare. Accorciare un mese di buio inverno e di sacrificio: chi poteva mai lamentarsene?

2) Sul secondo mese dell’anno esistono molti proverbi, segno del fatto che si trattava di un periodo importante per la civiltà contadina, in cui i ritmi dell’uomo erano strettamente legati a quelli della natura. Febbraio corto e amaro, oppure Febbraio d’ogni mese è il più corto e il men cortese: sono detti che tradiscono l’insofferenza verso l’inverno che si inasprisce ma soprattutto la preoccupazione di chi calcola la progressiva riduzione delle scorte di cibo e il rischio delle incursioni dei lupi, anch’essi affamati. La neve di febbraio ingrassa il granaio, o anche Primavera di febbraio reca sempre qualche guaio suggeriscono invece che, per quanto spiacevole, è bene che la cattiva stagione imperversi in tutta la sua potenza perché questo è il momento in cui può recare meno danni. La saggezza contadina, sebbene a volte sembri rassegnata, sa cavare il buono da un male inevitabile.

L’immagine che fa da copertina al febbraio di Strettalafoglia è tratta da le Très Riches Heures du Duc de Berry, un libro di preghiere, realizzato dai fratelli Limbourg per il duca Jean de Berry (1415 circa), dove compaiono le illustrazioni dei 12 mesi dell’anno. I maestri miniatori leggono i cambiamenti della campagna e delle varie fasi del lavoro contadino secondo il gusto estetico proprio dell’aristocratico committente (il cosiddetto gotico internazionale, analitico ed elegante): il risultato sono immagini nitide, precise e assolutamente irreali, o meglio, fiabesche – non vi ricordano forse le illustrazioni dei libri di fiabe che leggevate da piccoli? O le scene iniziali di Azur e Asmar di Michel Ocelot, metà fiaba francese e metà novella orientale?

3) Febbraio è per definizione il mese di Carnevale, festa collegata più o meno direttamente alla Pasqua cristiana ma in realtà di origini pagane molto antiche, probabilmente riti legati alla fine dell’inverno e l’inizio della primavera, e quindi alla morte e alla vita. Inequivocabile lo scopo e il senso di questa festa: la violazione della realtà quotidiana e quindi l’alterazione delle abitudini e il capovolgimento dei ruoli. Una bella manifestazione di rovesciamento carnevalesco al quadrato è quel capolavoro del grottesco di Pieter Bruegel il Vecchio, La battaglia tra Carnevale e Quaresima (1560 circa), messo a soqquadro da Ursus Wehrli.

Capovolgere le cose per riscoprire prospettive nuove: è la caratteristica di uno dei personaggi più affascinanti e complessi della Collina, monsieur Bauta.

(Incredibile quanto gli piaccia mettersi in mostra…)

febbraio corto e amaro

C’era una volta e c’è ancora il mese più breve dell’anno. (1)

Tempo da lupi, in cui sembra che l’inverno non debba più finire. (2)

Tempo in cui ogni scherzo vale e si può voltare e rivoltare il mondo intero. (3)

Chissà come risuona la voce di febbraio nella collina. Secondo voi, potrebbe essere qualcosa di simile?